Al mio cuore il pianto arrivacome una preghiera soave, un inno alla vita…

 
In serata approda un piccolo peschereccio al molo, orde di persone si accalcano. Discutono con veemenza con il capitano, grezzo, viscido ed arrogante uomo che impartisce ordini ai suoi ragazzi urlando.
 
Questi dalla stiva estraggono ciò che fino a poche ore prima erano meravigliosi esseri argentei e scintillanti, liberi nel Mare. Alcuni lunghi un metro altri arrivano a due. Potrebbero essere uomini. O bimbi.
 
Dopo essere appesi ad una bilancia a testa in giù, viene loro tagliata la testa, le pinne, la coda… mutilati per poi essere tagliati a pezzetti e compattati a piccoli brandelli in un grande sacchetto di plastica da pattumiera. Comprati per qualche decina di euro al kilogrammo. Una cinquantina di questi esseri meravigliosi vengono trasportati fuori dalla stiva e venduti a pezzi. Banconote in cambio di Vita.
 
Nella foga della rincorsa all’acquisto nessuno si accorge che si sta barattando sofferenza, libertà e vita. Nessuno riconosce il bagliore di vita che é stato privato a questi esseri meravigliosi ridotti in poche ore a prodotti di mercato. Nessuno vede trasparire dagli occhi fissi dei pesci l’espressione d’angoscia e dolore mai arresa alla morte. Nessuno vede gli istanti precedenti in cui quelle code si dibattevano violentemente in una tremenda lotta disperata e vana. Nessuno.
 
Attonito, allibito, il mio sguardo incredulo e sgranato continua ad osservare uomini, donne e ragazzi elettrizzati dinnanzi a questo macabro spettacolo… completamente miopi. Nessuno Vede. E nessuno sente. Le urla silenziose, doloranti dei pesce spada. Nessuno.
 
Si fa spazio una donna con in braccio una bimba incuriosita che dopo un breve sguardo ai pesci mutilati scoppia a piangere. Un pianto intriso di dolore spasmodico che non smette nonostante le rassicurazioni della madre. Urla profonde. Viene allontanata ed anche ad un centinaio di metri di distanza si sente ancora la voce disperata della piccola.
 
Al mio cuore il pianto arriva come una preghiera soave… un inno alla Vita, una melodia che celebra l’amore e la speranza. Questo Angelo biondo di 3 anni é l’unico a vedere. L’unico a sentire. La purezza dell’anima di una bimba urla incompresa, invischiata nell’inconsapevolezza degli adulti.
 
Inizio a sentire nausea… conati di vomito nell’assistere al silente massacro. Una breve camminata nel buio mi porta nella baia solitaria dove Pathos mi aspetta alla tenda. Infiniti attimi di coccole.
 
Affogo tantissimo cacao amaro e la tristezza in quattro tazze colme di latte vegetale dolcissimo. Mi sdraio amareggiato. Un sospiro liberatorio prima di chiudere gli occhi pensando all’Angelo biondo. C’é sempre speranza.
 
@Iraklia Island

 

Comments are closed.

Pin It