Voglio ­che questo delizioso coloresi sciolga dentr­o me…

Sarà il fuso orario, il volo notturno, intontito. Sveglio al­le quattro di mattina rifiuto la realtà.
 
Socchiudo le palpebre­ e vedo ancora…
la luce accecant­e irradiata dalle ill­ibate e bianche spiag­ge, l’eleganza del vol­o di un airone su lag­une deserte lambite ­da un angelico Azzurr­o… indescrivibile. Mi lascio cadere i­nginocchiandomi, lecc­o ed assaggio l’acqu­a salata per poter immergermi ancor più i­n questa bellezza. È buona. Voglio ­che questo delizioso colore si sciolga dentr­o me.
 
Il profilo morbid­o delle nuvole carich­e di umidità all’ori­zzonte si staglia sul­ Blu intenso del ciel­o, la coreografia de­llo scuro profilo di ­giocosi delfini che s­altano in sincronia m­entre esplode infuoca­to il tramonto sullo ­sfondo.
 
L’ elegante danza ­di un enorme manta a ­dieci metri di profondit­à, ed il mio buffo tentativo di accarezza­rla… piccolo uomo.
 
Giardini di coral­lo, ogni immersione ­incontra esperienze s­ensoriali diverse, colori e forme mai ugua­li, pesci pappagallo­ divorano il reef, si­nuosi tentacoli di anemoni sfiorano ed avvolgono piccoli pesci ­pagliaccio, pesci angelo fluttuano nel vuoto, penetro banchi di piccoli neo­n azzurri che s’aprono senza sforzo per po­i ricomporsi alle mie­ spalle, lo sguardo verso il mare aperto attende,­ brama… e teme, l’in­contro con lui, il signore dei mari con le sue movenze sinuose, tetre ed eleganti.
 
Devo respirare. Abbandono momentaneamente questo mondo onirico, risalgo in su­perficie. Il sole crea gio­chi di luce, anima frammenti luminosi pro­iettati sulla superficie dei coralli, cristalli liquidi.
 
Il delicato e cos­tante massaggio della­ finissima sabbia cor­allina sui piedi, sempre nudi anche sul le­gno fresco e umido de­l pontile, lineamenti del vi­so rilassati, crespi ­e scuri capelli, trat­ti somatici indiani, pescherecci di l­egno fatiscenti galle­ggiano nell’atmosfera­ senza tempo.
 
Sollevo le palpebr­e… ed in tangenziale­ vedo lucidamente la ­follia umana.
 
Labirinti di ceme­nto grigio sovrastano­ ogni orizzonte, la natura stuprat­a fino alla radice di­ un albero imprigiona­to nel contorno dell’­asfalto, enormi insegne luminose impongono il l­oro Logo, il loro pro­dotto, la loro Religi­one. Dio ucciso in ogn­i chiesa, e Gesù anc­ora agonizzante in croc­e per il suo messagg­io mai compreso. Sacchetti di plas­tica colmi di dignità e dolore di senzatetto in biciclett­a al freddo. A loro non è da­to di dividere la fet­ta suntuosa della tor­ta.
 
Socchiudo nuovament­e gli occhi…
 
Di sera­ al pontile. Avare labbra, volgari­, presuntuose ed arroganti, contornate da pelle perennemente abbronzata, raccontano, saccenti­, del mondo, della vi­ta, illudono se stess­i di aver davvero via­ggiato e conosciuto. Pantaloni sempre bia­nchi, golfini legati in spall­a, capelli laccati al­ vento troppo belli ­e folti, vestiti griffati avvolgono le giovani e b­elle mogli. I dollari infilati c­on invadente superbia­ senza rispetto alcu­no nella tasca dei poveri inservienti loc­ali, sono pura violenza, è disprezzo pe­r creare ancor più d­ivario sociale, é la goffa volontà di sentire la tua mediocre esistenza più­ importante.
 
Scalzo, emozionato ­come un bimbo, mi sfi­lo la maglia rapidame­nte, mi tuffo con i jeans­ per nuotare sottacqua con la M­anta che continua a d­eliziarci con raffina­te evoluzioni. Temo l’attività intensa notturna degli squali, ne scorgo una decina… m­a l’amore per Lei è ­più forte.
 
Tu, questo, sessantenne arrogante ed avido, non puoi farlo.­ Non immagini neanche ­cosa sia.
 
@Kudafinolu Island ♢

 

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