Lo sforzo della mia discesaverso acque profonde…

Mi immergo per smarrire la mia piccola dimensione umana nella vastità del Mare. Sentire fluttuare libera l’Essenza, espandersi e dissolversi nell’unica reale dimora, Madre Natura.
 
Estasiata dalla purezza delle acque la mia coscienza cristallina diviene improvvisamente torbida… risalgo in superficie incrociando a distanza un’oscura sagoma che culmina con una fiocina appuntita e lunga quanto basta per gonfiare l’ego del piccolo uomo che la brandisce.
 
Dove i miei occhi si nutrono con sacralità dell’infinita bellezza delle forme viventi sottomarine, il cacciatore di mare osserva attentamente la vita per ucciderla.
 
Dove lo sforzo della mia discesa verso acque profonde è una preghiera per essere accolto nel Blu, i pochi metri di profondità raggiunti dall’uomo inconsapevole per infilzare innocenti sono una bestemmia.
 
Dove le mie mani accarezzano i tentacoli di un polpo timido e spaventato, le braccia del cacciatore lo scaraventano ripetutamente con violenza sulla roccia.
 
Dove la mia bocca bacia una stella marina sentendone la ruvida pelle salata dai vividi colori infuocati, le labbra unte e fameliche del cacciatore di mare ingurgitano con orgoglio brandelli di pesce sulla tavola.
 
Che possa un giorno la luce oscurata del tuo cuore farti vedere la divinità insita in un corpo che ora giace immobile su un piatto e farti percepire il dolore arrecato a queste creature pure ed innocenti.
 
@Amorgos Island ♢

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